L’EVENTO PRINCIPALE
Comincio dall’evento principale: Mercoledì 16 luglio 2014 la gattina nera che vive ormai da diverso tempo nel giardino di Freto ha partorito quattro cuccioli vitali nella lavanderia della casa e mi ha concesso di assistere al parto e di accudirla nei primi giorni della sua maternità.
In ordine di nascita prima una femmina tigrata e bianca, poi il secondo tigrato, il terzo nero e il quarto nero ma col pelo lungo, tre maschi. I primi tre sono nati con un intervallo di quaranta minuti l’uno dall’altro, il quarto è nato dopo un’ora e mezza di intervallo…Vedevo che qualcosa si muoveva ancora nella sua pancia, ho telefonato alla veterinaria, “è normale che si riposi un po’ ” mi ha detto. Allora sono andata a pranzo e quando sono tornata è nato il quarto cucciolo.
LA STORIA DI NERINA
La gattina mamma è una gatta di piccola taglia, nera con gli occhi gialli, prima della maternità è stato impossibile addomesticarla e prenderla in casa dove già vive un’altra trovatella. Appena arrivata nel nostro giardino, Nera ha mostrato subito grande abilità nell’arte di arrangiarsi e solo a inverno inoltrato ha accettato di dormire nelle cantine, ma non nella cesta a lei dedicata. Entrava e usciva da una finestra e col tempo, attraverso il fico , il tetto e una finestrella rotta, si è appropriata anche del piano superiore del basso-comodo della casa, forse a caccia di topi o di temperature più miti, forse a caccia di solitudine perchè la nostra prima trovatella sofferente di vertiggini, lì non riusciva a seguirla. Nera non è un gatto selvatico, ma un gatto abbandonato e forse ha le sue ragioni per diffidare degli umani. Continue reading →
ovvero: discorso sull’introvabile natura vegetale degli umani.
Avrete forse, se qualche volta vi e’ capitato di attraversare la nostra pianura per un lungo tratto senza percorrere l’autostrada incontrato un piccolo paesino di nome Legnostorto. Nessun nome e’ stato messo con tanta cognizione di causa perche’ ogni passante si accorge che quel paese ha viali alberati in tutte le direzioni, e parchi e giardini vasti, ma tutti abitati da alberi particolarmente brutti, storpi, storti, dalle fogge umane disumane, proprio come gli alberi terrorifici dei boschi di fiaba.
Cosa strana e’ che nonostante il nome e lo spettacolo orrendo, tutti, a cominciare dal sindaco fino al piu’ umile dei compaesani, si danno un gran daffare per ornare di verde la loro citta’. Riunioni, studi, investimenti, lavoro sono ogni anno destinati ai concittadini vegetali senza che essi ne possano trarre vantaggi evidenti.
La prima volta che attraversai quel paese fu sulla ferrovia: i miei pensieri che volavano veloci e inconsapevoli come le immagini dal finestrino, si interruppero sulle punte spezzate di quegli alberi; fin dal primo limite del paesello all’altro limite non c’era un albero che mostrasse una punta di ramo. Il mio interesse per quel paese divenne da quel momento speciale essendo io uno studioso dell’umanita’. Continue reading →
“Vedi, disse l’albero un giorno al giardiniere, sei molto lontano tu da me e molta incoscienza e’ nel tuo comportamento”.
“Come? rispose il giardiniere, ma se io faccio di tutto per nutrirti ed allevarti con amore. Questa mi sembra proprio ingratitudine”.
Non era proprio dell’albero ridere o fare dell’ironia eppure Beppe il giardiniere senti’ di essere appena tollerato, compatito e gli sovvenne come altre volte una sensazione di inutilità’ del proprio lavoro, un profondo senso di insicurezza per tutto cio’ che faceva. Continue reading →
Abitavano dunque Adamo ed Eva in un luogo bellissimo e ricco
di dolcissimi frutti. Dolci i rumori quando il tempo non li
rendeva arroganti, ma allora insieme agli animali gli uomini
si riparavano in qualche piega della terra; allo scrosciare
delle acque in quei momenti, si accompagnava il piacere di
affondare le membra nel tenero fango e, subito dopo, la festa
di sguardi curiosi nel ritrovarsi gli stessi cosi’ diversi,
coperti di terra col pelo arruffato e le pettole ovunque.
Felici o perplessi o stupiti, insieme gli uomini e le bestie:
allora anzi tra loro se la intendevano molto e molto s’amavano,
azzuffandosi solo per rubarsi una manciata di semi o di frutti
succosi. Continue reading →