bellezza

Alta perfezione
efficacia del messaggio
necessità per la tua esistenza
mutabilità coerente alla tua profondità
coerente alla esteriorità
saggezza
In Febbraio nonostante il permanere delle temperature invernali, abbiamo visto gli amenti di polline sui Noccioli e i loro piccoli fiori femminili.
Poco dopo abbiamo osservato i fiori dell’Olmo, infiorescenze piccole ma composte da piccoli fiorellini ermafroditi. Ora, già fecondati, diventano verdi e crescono a forma di piccoli dischi volanti. Dapprima la pianta sarà tutta verde di frutti e quando i frutti volgeranno in semi vedremo il formarsi dei germogli di ramo.
Sono già stati fecondati anche i fiori dell’Acero saccarino, i ciuffi rossi o biancastri non sono più così vivaci mentre il seme ingrossa, di solito a coppia, prima di formare la sua ala di trasporto, perciò occhio al saccarino!
Se tutto questo è sfuggito alla vostra attenzione siete all’inizio dell’aprirsi delle gemme di Acero negundo
Quello che presenta le gemme più grosse è sicuramente a fiore maschile, dal momento che la gemma apicale mista sarà composta oltre che dal futuro ramo, anche da un grande ciuffetto di amenti polliniferi.
Sarà più piccola la gemma mista dell’acero che porterà fiori femminile, quasi invisibili se la chioma è molto in alto. Cadranno invece proprio adesso le sue samare a elica fecondate un anno fa.
Se qualche giardino scolastico ha un Albicocco sarà fiorito e appena il sole sarà capace di mitigare un po’ la temperatura, la pianta sarà visitata dalle api o da altri impollinatori. Solo quando il brusio delle api sarà ben percepibile , sentirete anche il profumo di nettare!
Ora stanno sbocciando i prugnoli (tutti i Prunus).
In genere ogni pianta gonfia le gemme ed è il momento di vedere se gonfiano tutte allo stesso modo o se sono diverse di forma e di colore.
Stanno trasformandosi velocemente i Pioppi e i Salici, se avete qualche pianta di queste cominciate a documentare il loro risveglio. Sarà velocissimo!
I Platani, osservate i platani: ora hanno disseminato del tutto e le gemme gonfiano: ce ne sono di tonde e di forma acuta, di pelose e bionde, di rosse e di gialle: guardate!
Guardate i Frassini in procinto di far sbocciare le infiorescenze….
Prendetevi qualche momento per osservare le piante!
Si muovevano nei liquidi i corpi,
galleggiavano appena
nel fermentare scambio.
Poi allacciati alla terra
e verso l’aria e la luce,
volo o salto alla cieca.
E corpi solitari ritornavano
da un errare costretto
e da loro stessi allacciati,
nell’aria.
O pace o guerra o affidarsi.
Il sistema albero nel suo essere organismo composto di radici-fusto-foglie, è un organismo o una comunità di germogli?
Le cellule che strutturano il suo corpo, che rimane divisibile e si può replicare, forma un organismo coerente, univoco?
La sua ipotesi è che proprio le pareti cellulari funzionino da connessioni tra cellule, messaggerie per l’intero organismo .
Io penso che pur con le sue competenze diffuse in modo decentrato e periferico, una pianta possa intendersi già nel suo seme come capace di univocità grazie a cooperazioni, confronti tra parti, reazioni programmate a eventi esterni previsti o singolari.
Molto diversi sono i sensi dei vegetali adatti a discernere le diverse lunghezze delle onde luminose, la percezione dei campi magnetici, la percezione dell’umidità, la percezione che rivela la presenza di funghi lieviti, i loro primi alleati, e tanto altro…Purtroppo il lavoro dei laboratori è su piccola scala…
Tuttavia c’è un “senso” che noi e le piante abbiamo in comune, che mi è piaciuto trovare qui così ben descritto e che c’entra col mio dilemma (corpo unico o periferie in rete): il senso che dà alla pianta la propriocezione del proprio corpo nello spazio (Dove mi trovo? Cos’è basso, cos’è alto? In che direzione cresco nelle radici e nella chioma? Come intercalo i miei rami, come distribuisco i diversi pesi tra le parti?)
Come noi possediamo in ogni orecchio un organello composto di camera, liquidi, ossicini che regolano per noi la percezione del nostro equilibrio e la nostra postura in accordo ad appoggi a terra e campo visivo, cosi in analogo modo, in ogni cuffia terminale di pelo radicale e distribuiti negli steli della pianta sono presenti degli organelli che registrano dove sta il corpo e come, nello spazio in cui si va espandendo. Non due organelli come per ogni corpo umano, ma tanti negli steli, nei rami e negli apici radicali.
E qui mi piacerebbe saperne di più. Allora io immagino che questi statoliti siano collocati nel corpo vegetale come una costellazione che può dare alla chioma e a tutto il sistema di ramificazione aerea, un soma, un potenziale di forma. I moduli base o germogli si aggiungono alla rete già preesistente in modo armonico grazie a questi sensori del peso e dell’equilibrio.
Volendo fare un riassunto dei fiori apparsi nei miei prati dal 20 marzo a oggi dopo la Cardamine spp, la prima in assoluto ad apparire con la sua piccola infiorescenza bianca, è apparsa la Veronica azzura detta dalle nostre parti “occhio della Madonna”. Subito dopo sono apparse le margherite comuni o Bellis perenne e il tarassaco, velocissimo a trasformarsi in seme. Mentre nelle aiuole coltivate i narcisi lasciavano il posto ai tulipani, sotto le siepi e sotto la vigna si diffondeva abbondantemente la Glechoma Ederacea (parente della nepeta) Ora appare fiorito e alto un’ altra ranuncolacea dopo la già segnalata Calthea palustre
Alle gimnosperme appartengono le ginkgoine, le cicadine e le conifere.
Qui vi voglio parlare delle Conifere cioè di quegli alberi che producono coni come organi per la loro riproduzione. Nelle nostre scuole del comune di Modena sono presenti pini, abeti, cedri, tuye, libocedri, tassi, ginepri…
Nel linguaggio comune i coni o strobili, che portano ovuli femminili, giunti al termine della maturazione, vengono chiamati pigne.
Le conifere difendono i loro semi addirittura con scudi di legno, li proteggono in corpi molto robusti e ben serrati anche per più di un anno…1 Allora perché sono chiamate “a seme nudo”?
Sono chiamate così perché Il seme femminile che deve essere fecondato non è collocato in un gineceo (cioè in una camera dove avverrà la fecondazione e la trasformazione in frutto).
Nei fiori, propriamente detti, l’ovulo o gli ovuli sono inseriti in una camera adatta raggiungibile attraverso un canale sormontato da uno o più stimmi
La presenza dei fiori nei ritrovamenti fossili delle piante compare addirittura dopo 180.000 anni dopo le gimnosperme e contemporaneamente a queste piante con fiori, sono ritrovabili gli insetti impollinatori.
Le conifere per la fecondazione si servono del vento e i loro coni maschili o femminili si comportano come gallerie del vento per il lancio dei pollini prima, dei semi poi.
Allora, se ci sono conifere nei vostri giardini scolastici, siate pronte all’osservazione perché i bambini spesso spontaneamente raccolgono i coni polliniferi o maschili dei cedri da settembre a novembre, raccolgono i coni polliniferi o maschili dei pini e degli abeti in primavera.
Per tutto l’inverno o la primavera raccolgono le pigne (di abeti, tuye, pini, cipressi)
A volte i bambini raccolgono anche coni immaturi, cioè piccole pigne che sono state abbandonate prima della loro maturazione. In loro è più facile vedere la forma di cono per la loro compattezza.
I bambini raccolgono in inverno, i coni femminili dei libocedri che si aprono in tre parti per far volare, da sotto ogni ala, i loro semi.
I libocedri sono anche i primi, tra queste piante, a mandare nuvole di polline (da piccolissimi coni) fin dai primi di febbraio. Per controllare se i pollini sono pronti a prendere il volo, battere leggermente sui rami per vedere nuvole di polverina gialla.
1Per esempio il pino austriaco impiega 3 anni dalla fecondazione alla dispersione del seme.
Oggi la myristica fragrans, un albero sempreverde dai sessi distinti (dioico) la cui femmina porta frutti molto importanti (noce moscata) , il cinnamomum zeylanicum (cannella) e l’eugenia caryophillata (chiodi di garofano) sono diffusi in vari Paesi tropicali, da cui ci arrivano i profumi più forti e voluttuosi.