Le piante e il “FOTOPERIODISMO”

Diverse frequenze di luce irradiano i recettori delle piante. Formazione insegnanti VerdeVivo marzo 2023

L’orologio delle piante

Per il fatto che la Terra cambia coi suoi moti, la propria posizione rispetto al Sole, girando attorno ad esso e intorno a se’ con la sua particolare inclinazione, i raggi della luce solare irradiano il nostro pianeta in modo diverso a seconda del ciclo delle stagioni che noi, per esempio percepiamo qui, dove abitiamo.

Così gli alberi del nostro territorio e più in generale le piante, in questi passaggi interplanetari, percepiscono non solo grossolanamente i passaggi di stagione ma le frequenze di luce diverse che loro attendono per inibire o stimolare, fermare o accendere i loro processi di crescita, fioritura, fotosintesi, abscissione.

Lo sa bene il vivaista che coltiva un certo tipo di fiore (Violetta americana, Stella di Natale o altro): in serra egli espone artificialmente la sua monocoltura a una determinata frequenza luminosa (un raggio rosso corto/ un raggio rosso lungo/ uno violetto o altra frequenza che è favorita da fattore genetico di quella tale pianta e ottiene che quella specie inibisca la costruzione di nuovi steli vegetali e si metta a costruire la sua tipica struttura floreale. Successivamente l’alternanza luce buio programmata, il calore artificiale, le concimazioni e irrigazioni, completeranno l’opera anticipando tutto il processo che rende le pianticelle del vivaio appetibili e pronte anzitempo per il mercato.

Dunque le strutture di crescita vegetativa e di strutture floreali anche sui nostri alberi, vengono influenzati dal fotoperiodismo, in modo specifico e geneticamente indotto, diverso cioè per ogni specie.

Così abbiamo alberi che prima di abscindere le foglie, hanno già predisposto vicino alla gemma del ramo dell’anno prossimo, la loro struttura floreale completamente abbozzata, che permarrà sul ramo ben serrata, fino alla successiva primavera (esempio: Pawlonia)

Altri alberi presentano, in inverno ,sui rami, gemme di diversa forma: agli apici collocano , per esempio, una gemma apicale vegetale per la crescita del nuovo ramo e subito sotto collocano alcune gemme che sbocciano precocemente producendo infiorescenze, più sotto collocano altre gemme vegetali per crescite laterali sullo stesso ramo (questo descritto equivale alla struttura dei rami fioriferi del Pioppo bianco )

La strutturazione è geneticamente programmata e costruita in risposta alle radiazioni solari (fotoperiodismo) mentre l’aprirsi del fiore, l’effettiva produzione di nettari e profumi, l’allungamento di un amento e la maturazione e dispersione dei pollini , tutte queste manifestazioni possono essere sollecitate da diversi fattori dovuti al fenotipo (talento individuale) e al contesto ambientale (fattore clima e comportamenti degli associati) grazie a un dialogo estemporaneo in corso tra la pianta e il suo ambiente, tra lei le sue compagne o vicine di bosco, tra la pianta e i suoi associati (insetti pronubi).

Le piante e gli alberi sono dunque Esseri Interplanetari, (forse sensibili anche ai moti lunari e agli altri pianeti del nostro Sistema Solare secondo antiche culture o pratiche agronomiche diverse dalla nostra)

 

Questo ve lo dico perché dal 2007 seguo un calendario fenologico e noto una certa stabilità nelle fioriture.

Questo fatto mi rassicura molto: se le espressioni arboree dipendono dai moti dei pianeti il clima li influenzerà relativamente. A prova di ciò vi riporto

Vedi il calendario 2007

Se dunque qualcuna delle piante qui nominate, sono nel vostro giardino o nel giardino della vostra scuola, potete prendere nota e fare un confronto tra l’11 marzo del 2007 e l’11 marzo 2023….

Io ricordo che c’è un antico proverbio dalle mie parti: Non c’è Pasqua senza frasca però il 7 aprile 2013, nonostante la domenica Pasquale, il clima rigido aveva congelato la metà dei fiori delle rosacee e gli alberi in marzo avevano aspettato il più tardi possibile ad aprire le gemme.

Questa primavera si affaccia dopo tre anni di siccità nelle nostre zone. Abbiamo avuto altre primavere ed estati senza pioggia e poche manifestazioni di piogge abbondanti in pieno inverno quando gli alberi erano senza le foglie. Come se la caveranno gli alberi a fioritura precoce che devono dare il massimo di sé grazie alle riserve accumulate nell’anno precedente? E’ per questo che Olmi e Carpini non sono più tanto rigogliosi e si ammalano?

Una buona primavera a tutti noi e agli alberi!

Arrivederci al 21 Marzo!

Archivi

Altri articoli...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *